martedì 9 agosto 2022

 Nuove recensione per HarperCollins

SONO DIFFICILI LE COSE BELLE, Matteo Nucci

“I sogni sono veri. Lo vuoi capire? I sogni sono veri.”

Arianna non riesce a superare il dolore per la morte della nonna, amatissima. Ma un giorno, un giorno pieno di sole, vede una macchina rossa lungo la strada che porta al Gianicolo. La persona alla guida la chiama. Ma è la nonna! 

La gioia è incontenibile. Arianna, nella delicatezza e nell’ingenuità dei suoi dieci anni, stenta a credere che sua nonna, vista poco tempo prima, fredda ed esanime nel suo letto, sia tornata con la sua risata squillante.

E qui comincia l’avventura. Insieme entrano in un parco che diventa un bosco, uno spazio fiabesco. Un luogo simbolico che si contrappone ad una vita regolata e ordinata. Un luogo dove le regole di tutti i giorni vengono sovvertite e perdono ogni valore.

Il parco che diventa bosco è un’immagine prettamente femminile: è la pancia che ti nasconde, ti nutre, ti rigenera. Ti dà la vita.

Arianna e la nonna attraversano il parco/bosco dove ricordi, memorie e sogni si mescolano insieme ai profumi che rievocano la nonna stessa: il profumo della sua pelle, il profumo di torte e biscotti, il profumo dei Natali passati a giocare a tombola. 

È anche un percorso di evoluzione. Per Arianna. Questo le permetterà di preparare il suo futuro con maggiore consapevolezza dopo aver conosciuto il passato e vissuto il presente. 

L’autore dà vita ad un sogno che tutti noi abbiamo: poter rivivere dei momenti con le persone che ci hanno voluto bene e che ora vivono una diversa dimensione. Perché la morte non è scomparsa, è un viaggio in un altro spazio. Uno spazio che si riempie di gioia e tristezza, di ricordi e memorie. Di passato, presente e futuro.

martedì 28 giugno 2022

 Eccomi alla terza recensione per Harper Collins


“La figlia del predicatore” di Amy Jo Burns

 

 

Siamo nell’America rurale degli Appalachi, la catena montuosa che si estende parallelamente alla costa atlantica fino all’Alabama. Un territorio di natura rigogliosa dove vivono ancora oggi comunità chiuse al mondo dove l’whisky (moonshine) viene distillato clandestinamente. Siamo in un villaggio. Siamo in una casupola persa nei boschi dove vivono Briar, il padre, Ruby, la madre e Wren, la figlia. Ma non è la Famiglia Americana di John Boy Walton (ispirata al libro Spencer’s Mountain di Earl Hamner). Qui il sogno americano non si è mai realizzato.

Il padre è un predicatore, ammansisce serpenti e, forte del suo occhio di ghiaccio dovuto ad un fulmine che lo ha colpito da ragazzo, predica sermoni e fa miracoli. O forse no. Per anni ha manipolato sua moglie Ruby che da ragazza brillante ha scambiato l’attrazione per questo uomo, miracolato da Dio, con l’amore. Wren, la figlia quindicenne non conosce il mondo, non va neppure a scuola e legge solo la Bibbia perché il padre ha voluto così. Ma questa vita all’apparenza tranquilla che procede senza scossoni è destinata a esplodere prima con la morte di Ivy, la migliore amica di Ruby e poi con la morte di Ruby stessa.

E poi c’è Flynn, l’amico di gioventù di Briar, che dovrebbe rappresentare il male perché distilla whisky. Ma in realtà si rivelerà una delle poche figure positive di questo romanzo dove la natura fa da sfondo a una tragedia americana. Una natura di boschi e luoghi nascosti e tanta così tanta acqua da voler quasi lavare tutta la storia dalla sua cupezza e dai suoi inganni.

Briar vive nell’inganno e ha soggiogato da anni non solo la sua famiglia, ma l’intero villaggio. Ma tutto sta per finire. La matassa degli intrighi e delle bugie si sta sbrogliando.

Wren verrà a conoscenza di segreti che hanno influenzato non solo lsua vita ma anche quella di coloro che le gravitano intorno. E questo sarà il momento in cui Wren, presa da dubbi e incertezze, dopo anni di certezze assolute, prenderà coscienza di sé e, dopo un ultimo incontro con il padre, sarà pronta finalmente per quello che la vita stessa le potrà offrire.

Ancora un romanzo di donne che, all’apparenza fragili, riescono ad andare oltre, a prendere in mano la vita e a superarla, pur con sofferenza.

lunedì 9 maggio 2022

 Eccomi alla seconda recensione per Harper Collins. “Tutti i bagliori del cielo” di Trent Dalton. Immenso come il suo paese, l’Australia.


“Scava, Molly! Scava!”

“Scappa, Molly! Scappa!”

Molly è una bambina che vive a Darwin. Crede alla bontà delle persone nonostante viva in una situazione di bruttura e crudeltà. Ma ora è stanca di scavare tombe, è stanca della violenza di suo padre e di suo zio, che si sono contesi l’amore per la stessa donna, la mamma di Molly. Ma ora lei è morta e Molly, seguendo le indicazioni del cielo, scappa. Vuole trovare un vecchio aborigeno, Bob Giubbalunga, che ha lanciato una maledizione contro la sua famiglia. Ma il viaggio è lungo e impervio.

Non è sola. L’accompagnano Greta, un’attrice di origine tedesca, e Yukio, un pilota giapponese precipitato dal cielo.

È un viaggio di salvezza e come tale metterà alla prova questo insolito trio.

Sullo sfondo la natura selvaggia e misteriosa dell’outback australiano e dei nativi aborigeni che cercano di preservarlo.

Lo sguardo dell’autore è quasi cinematografico nel raccontarci questa storia così magica e così potente. Come Molly, la bambina che scavava le tombe e che non ha paura di niente.

Perché ha imparato ad ascoltare il cielo.



Buona lettura

domenica 20 marzo 2022

Sale di mare e lacrime di Gabriela Garcia

 Harpercollins Italia mi ha scelto come superlettrice ed io mi impegno a leggere i libri che ricevo e a commentarli. Ecco il primoa

“Sale di mare e lacrime” opera prima di Gabriela Garcia, americana di origine cubana e messicana.


Debolezza? No, noi siamo forza questa è la frase che, come una spina dorsale, regge la scrittura di questo libro così potente, così ribelle. Così femminile. Una frase letta nei Miserabili di Victor Hugo, il libro che accompagna la vita delle donne protagoniste del romanzo.

Una storia di donne e di paesi che corre grazie ad una scrittura veloce e senza fronzoli. Non ne ha bisogno di fronzoli. Bastano la vita di queste donnel’odore acre del tabacco e l’odore dolciastro di frutta succosa di Cuba, l’odore della tristezza dei centri di detenzione e delle famiglie dove lavori come serva e l’odore di umidità della Florida

María Isabel apre le danze nella seconda metà del 1800, a Cuba, mentre arrotola i sigari in una fabbrica di soli uomini. Le chiude Ana a Miami nel 2019 con il suo desiderio di riscatto in un paese che l’ha rifiutata quando era piccola

In mezzo le altre donne: Cecilia, Dolores, Carmen, Jeanette e Gloria.Ognuna con il suo carico di fragilità che si trasforma in forza: tocca a Dolores condurre le danze quando decide di cambiare la sua vita. E lo fa, con un atto di forza, potente, ma necessario alla sua sopravvivenza. Purtroppo, questo momento unico della sua vita la allontanerà da sua figlia Carmen, che non vorrà più rivederla. E se ne andrà a Miami a danzare sul sogno americano con cui si scontrerà quando dovrà affrontare le fragilità di sua figlia Jeanette. Che non riesce a capire le scelte di sua madre e farà lei stessa delle scelte sbagliate.

Queste donne rappresentano il cerchio imperfetto della vita che è unottovolante, dove vai su e giù, giri e rigiri, dove vai a sbattere e cadi a testa in giù, dove ti fai male ma poi ti rialzi. 

Ma noi “siamo forza. Siamo più di quanto pensiamo”.


Buona lettura!

martedì 15 giugno 2021

 01.10.2020 Sono in pensione. Non ho ancora sessant’anni. Devo imparare di nuovo a vivere e a chiedere: “Sconti per i pensionati?”

domenica 17 giugno 2018

A papà

Non ci sono confini
Non ci sono spazi
Solo scie di colore,
Di amore,
Di gioia,
Di sofferenza
Le parole possono aspettare
Ma gli sguardi no
Profondi, leggeri
Come un'ombra
La tua
Un'ombra gentile
Mai invadente
Silenziosa
Ma ricca di parole
Le tue
Le sento
Nelle scie di colore,
Di amore,
Di gioia,
Di sofferenze
Oppure no
Era tempo, papà
Sarà tempo



Quarto posto al concorso di prosa e poesia di Romano di Lombardia (Bergamo)


lunedì 27 ottobre 2014

Trilli e il gatto 2. Parte

“Dai, raccontami di te”, chiede Trilli mentre gli si siede accanto.
“Che vuoi che ti dica? Sono un gatto persiano che qualcuno ha abbandonato vicino al cancello di una casa in città. Ero così piccolo. Ma che coraggio avranno avuto a lasciarmi lì. Gli umani sono proprio strani. Ma il mio padrone mi ha visto - non credo che mi abbia sentito piangere perché io sono un maschio e i maschi non piangono - e mi ha accolto in casa sua.
Ah che bella vita faccio: crocchette in abbondanza, qualche volta un dolcetto, un divanetto dove dormire, dei giochi ed ogni tanto un bagno”.
“Bagno? Ma a voi gatti non piace l’acqua” commenta Trilli incuriosita.
“ A me sì” risponde Mau. “Mi piace l’odore del sapone! Che meraviglia sapere di buono e non come quei gatti di strada che si strusciano dappertutto. Io mi struscio sui maglioni di cachemire del mio padrone”
A Trilli scappa una risata e poi chiede, preoccupata: “Ma dov’è ora il tuo padrone?”
“Non lo so, te l’ho già detto”, risponde spazientito. 
“Stamattina sono entrato nella sua camera ed era a letto. Dormiva, almeno credo. Gli ho dato una zampata in testa ma lui, niente, non si è mosso.”
“E poi?” chiede Trilli sempre più incuriosita.
“E poi sono entrati degli umani dalla porta, anzi l’hanno buttata giù. Hanno fatto tanto di quel rumore che mi sono spaventato e sono scappato sul balcone.”
“E?”
“E l’hanno portato via.”

“E tu?”
“Gli umani hanno cercato di prendermi ma io con un balzo sono salito sul parapetto del balcone e sono volato via. Ma ora voglio tornare a casa. Mi mancano le mie cose” risponde Mau sconsolato.
Trilli gli si avvicina e cerca di rincuorarlo: “Qui è la tua nuova casaNel momento in cui sei saltato dal balcone hai scelto la tua nuova vita. O ti facevi prendere dagli umani  oppure ….”
“Oppure cosa? Dimmi come faccio a tornare indietro!”
“Non puoi tornare indietro”
Gli occhi di Mau si riempiono di lacrime. Trilli vorrebbe consolarlo ma lui si ritrae. E’ un gatto persiano, non può certo piangere. Solo ora si rende conto che saltando dal balcone ha lasciato dietro di sé una vita. Ed ora si trova sospeso nel tempo.Non sa come affrontare l’altra vita.
Lo sguardo di Mau è così triste  che ti strappa il cuore: “Non so cosa devo fare”, sussurra.
“Non devi fare niente” gli risponde Trilli e lo prende per unazampa.
Insieme escono dalla stanza.